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Molecola del mese di marzo 2005
I recettori dei linfociti-T sono posti sulla superficie dei
linfociti che pattugliano il corpo alla ricerca di molecole estraneee
Introduzione
I virus sono uno dei pericoli più grandi che
dobbiamo affrontare nella vita di tutti i giorni, per questo il nostro
sistema immunitario dispone di tecniche molto efficaci per combatterli.
Le nostre cellule chiedono aiuto quando vengono infettate, esponendo piccoli
frammenti di proteine virali sulla loro superficie. Quando il sistema
immunitario trova questi peptidi virali, uccide immediatamente la cellula
infetta e con essa i virus che contiene. Il mese scorso abbiamo visto
che una cellula infetta espone i peptidi virali usando il complesso
maggiore di istocompatibilità MHC (mdm 2-1005). Questo
mese prendiamo in esame i recettori dei linfociti-T, le proteine che riconoscono
i peptidi virali.
Pattugliamento anti-virus
I linfociti-T killer sono le forze di polizia che
pattugliano il corpo in cerca di cellule infette. I recettori dei linfociti-T
si trovano sulla superficie dei linfociti-T e si legano saldamente ai
peptidi virali esposti dal complesso maggiore di istocompatibilità
MHC. Ogni linfocita-T ha un suo proprio tipo di recettore che riconosce
un particolare peptide. Il sistema immunitario crea una vasta raccolta
di linfociti-T, ognuno con un recettore diverso, così siamo protetti
contro molti tipi di infezione. Questi tipi diversi di linfociti-T sono
creati come linfociti-T maturi. Quando una cellula staminale si trasforma
in un linfocita-T, rimescola i propri geni per formare un recettore
dei linfociti-T casuale, unico. Poi, attraverso un processo di selezione
che avviene nel timo, vengono distrutti tutti i linfociti-T
che dimostrano di riconoscere le nostre normali proteine, mentre
sopravvivono solo quelli che riconoscono sequenze proteiche estranee.
Braccia dell'anticorpo
I recettori dei linfociti-T, come quello mostrato
qui a fianco (file PDB 1tcr) sono simili
ad un braccio di un anticorpo
(mdm 9-2001). Come gli anticorpi, sono composti di due catene. Il sito
di legame è sulla punta della molecola, ed è formato da
più avvolgimenti della catena della proteina. Nei diversi recettori
di linfociti-T, queste regioni hanno sequenze di amminoacidi molto variabili
e per questo sono dette regioni di ipervariabilità. Le due catene
terminano in basso con un segmento che attraversa la membrana, collegando
il recettore alla superficie della cellula. Queste porzioni sono mostrate
in modo schematico perchè sono difficili da cristallizzare e
quindi sono state rimosse poter ottenere un cristallo e determinare
questa struttura ai raggi X.
Linfociti-T e AIDS
L'importanza di questo sistema diviene chiara quando
osserviamo quello che accade quando non funziona più. Il virus
dell'HIV infetta di preferenza i linfociti-T, attaccando lo stesso sistema
che ci protegge dai virus. Senza trattamento farmacologico, il virus
attacca inesorabilmente i linfociti-T, svuotando il sistema immunitario.
Quando il numero di linfociti-T diventa troppo basso, l'individuo infetto
entra nell'AIDS conclamato. A questo punto diventa suscettibile a molte
infezioni, dato che il sistema immunitario non è più abbastanza
forte per sconfiggere gli invasori.
Stretta di mano molecolare
Il
linfocita-T deve ora uccidere la cellula infetta. Per assicurarsi che
questa sentenza di morte sia eseguita, il linfocita-T si lega alla cellula
infetta con un particolare legame che assomiglia ad una stretta di mano.
Il primo contatto avviene tra il recettore
dei linfociti-T ed il complesso MHC-peptide (il peptide è rosso).
Poi, le molecole di adesione CD si legano ad altre porzioni del MHC,
rinforzando l'interazione.
Qui a fianco si vedono due tipi di interazione.
L'MHC di classe I, che si trova sulla superficie della maggior
parte delle nostre cellule, interagisce con i recettori dei linfociti-T
e con le molecole di adesione CD8 sui linfociti-T killer.
L'MHC di classe II si trova principalmente sulle cellule specializzate
nel trovare proteine pericolose. Interagisce con i recettori dei linfociti-T
e con le molecole di adesione CD4 sui linfociti-T helper (che
incentivano il sistema immunitario).
Tutte queste proteine sono collegate alle membrane della cellula da
catene flessibili, così possono muoversi e ruotare per realizzare
queste interazioni complesse. Questa figura è stata realizzata
usando cinque strutture PDB: 1akj, 1bd2,
1fyt, 1jl4
e 1wio.
Esplorando
la struttura
Negli archivi PDB sono disponibili molte strutture
che mostrano l'interazione del recettore dei linfociti-T col complesso
MHC-peptide. Qui a lato sono illustrate due tra le prime strutture ottenute
(file PDB 1bd2 e 2ckb).
Il recettore dei linfociti-T è in alto (viola e azzurro), il
complesso MHC è in basso (beige e marrone) ed il peptide è
in centro, mostrato con piccole sfere.
Il recettore dei linfociti-T interagisce col peptide e con la faccia
superiore della proteina dell'MHC. Notate che queste due strutture sono
molto simili, ma il recettore dei linfociti-T è un po' spostato
per realizzare una interazione ottimale coi i due diversi peptidi.
Bibliografia
P. Anton van der Merwe and S. J. Davis (2003) Molecular Interactions
Mediating T Cell Antigen Recognition. Annual Review of Immunology
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J. Hennecke and D. C. Wiley (2001) T Cell Receptor-MHC Interactions
Up Close. Cell 104, 1-4.
A. W. Goldrath and M. J. Bevan (1999) Selecting and Maintaining a Diverse
T-cell Repertoire. Nature 402, 255-262.
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