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Molecola del Mese di Ottobre 2007
L'enzima superossido dismutasi ci protegge
dal superossido, una molecola pericolosamente ossidante che si forma a
partire dall'ossigeno O2
Introduzione
Senza ossigeno non potremmo vivere. Le nostre cellule
usano l'ossigeno come accettore finale di elettroni nella respirazione,
in questo modo riescono a ricavare molta più energia dal cibo di
quanto farebbero in condizioni anaerobiche.
L'ossigeno però è anche un composto pericoloso.
Forme reattive dell'ossigeno come il radicale superossido (ossigeno
O2 con un elettrone
in più), l'acqua ossigenata e il radicale idrossido
possono sfuggire agli enzimi della respirazione cellulare e provocare
disastri nelle cellule. Il superossido può anche causare mutazioni
nel DNA o attaccare gli enzimi che sintetizzano amminoacidi o altre molecole
essenziali. Questo non è un pericolo trascurabile: una ricerca
ha dimostrato che circa ogni 10 mila elettroni trasferiti lungo
la catena respiratoria nelle cellule di Escherichia coli, tre elettroni
finiscono per produrre superossido invece di seguire il loro normale percorso
fino all'enzima che li trasferisce all'ossigeno per produrre acqua. Per
combattere questo pericolo la maggior parte delle cellule produce l'enzima
superossido dismutasi (SOD) che trasforma il superossido in molecole
meno pericolose (ossigeno e acqua ossigenata).
Dismutazione
Come si intuisce dal nome, l'enzima SOD mostrato
qui a fianco (file PDB 2sod) dismuta il
superossido. La dismutazione è un particolare tipo di reazione
nella quale, su due molecole uguali, avvengono contemporaneamente due
reazioni opposte, un'ossidazione e una riduzione.
L'enzima SOD prende due radicali superossido, strappa l'elettrone in
più dal primo e lo trasferisce al secondo. In questo modo una
delle due molecole perde l'elettrone in più e diventa ossigeno
molecolare O2,
l'altra si ritrova con un elettrone in più e
diventa acqua ossigenata H2O2,
dopo aver legato uno ione H+.
Poichè anche l'acqua ossigenata H2O2
è un composto pericoloso, la cellula
cerca di distruggerla nel più breve tempo possibile usando l'enzima
catalasi
(mdm settembre 2004) secondo la reazione mostrata qui sotto.
L'enzima SOD in medicina
L'enzima superossido dismutasi SOD ha recentemente
guadagnato notorietà perchè si è scoperto che è
implicato nella SLA, Sclerosi Laterale Amiotrofica. Questa è
una grave malattia degenerativa che porta alla morte selettiva dei motoneuroni
nel sistema nervoso centrale e nel midollo spinale, e porta ad una paralisi
progressiva e irreversibile nel giro di pochi anni.
La maggior parte dei casi di SLA si verificano in età adulta
e la sua causa era sconosciuta fino a poco tempo fa. Circa il dieci
per cento dei casi di SLA sono ereditari, provocati da mutazioni
genetiche che vengono trasmesse ai figli. Una ricerca ha da poco
dimostrato che una di queste mutazioni si trova nel gene che codifica
per l'enzima SOD. Gli scienziati stanno ora studiando il ruolo dell'enzima
SOD in questa malattia sperando di scoprire qualcosa che porti a nuovi
trattamenti e a cure più efficaci.
Metalli
pesanti
Quasi tutti gli organismi possiedono una qualche
forma di superossido dismutasi (SOD), così esistono varianti
di questo enzima con strutture anche molto diverse tra loro. Tutti questi
enzimi però hanno una caratteristica comune: usano ioni di
metalli pesanti per realizzare la reazione di trasferimento degli
elettroni.
Le nostre cellule producono tre tipi di SOD.
Il primo tipo contiene ioni rame e zinco (Cu, Zn
SOD; file PDB 1sos), si muove all'esterno
alla cellula per catturare eventuali molecole di superossido che si
formano prima che l'ossigeno entri.
Il secondo tipo di SOD è simile al primo dato che contiene
rame e zinco, ma possiede una coda appiccicosa che lo
fissa alle strutture all'esterno della cellula (non mostrato qui).
Il terzo tipo di SOD contiene ioni manganese (Mn SOD;
file PDB 1msd) e viene prodotto nei mitocondri,
il punto dove è maggiore il rischio della sintesi accidentale
di superossido, infatti qui è localizzata la catena respiratoria
e gli elettroni vengono trasferiti all'ossigeno per ridurlo ad acqua.
Infine i batteri costruiscono una varietà di enzimi SOD come
i due mostrati qui in fianco.
Quello sulla sinistra contiene ioni nichel (Ni SOD file PDB 1q0d),
quello sulla destra contiene ioni ferro (Fe
SOD file PDB 3sdp).
Esplorando
la struttura
L'enzima Cu/Zn superossido dismutasi che contiene
ioni rame e zinco (file PDB 2sod) è
estremamente efficiente.
Alcuni ricercatori hanno calcolato che una collisione su dieci tra il
radicale superossido e l'enzima porta ad una reazione. Questo è
molto più di quanto ci si aspettasse perchè il sito attivo
dell'enzima occupa solo una piccola parte della superficie della proteina
e quindi si potrebbe pensare che la maggior parte delle collisioni con
il superossido avvengano in qualche altro punto della superficie e non
nel sito attivo. La forma e le caratteristiche del sito attivo, però,
ci possono dare una spiegazione di tanta efficienza.
Il sito attivo ha una forma ad imbuto e gli ioni rame e zinco
(verdi) sono posti sul fondo dell'imbuto. La forte carica positiva
di questi ioni metallici insieme con la carica positiva di due amminoacidi
vicini (una lisina e un'arginina colorate in blu) può costringere
il radicale superossido, negativo (rosso), ad entrare nell'imbuto.
Nell'immagine qui sotto (file PDB 2sod)
si vede la particolare struttura a gabbia che lega i due ioni metallici
Cu (arancione) e zinco (verde). La struttura è composta da sei
istidine che circondano nel piano i due ioni rivolgendo verso di loro
gli atomi di azoto (blu) dei loro anelli.
Sopra il rame (arancione) si vede l'atomo di ossigeno (rosso) di una
molecola di acqua che si trova nel punto del sito attivo in cui viene
legato l'ossigeno dello ione superossido.
Sulla sinistra e sulla destra in alto si notano i due
amminoacidi basici (positivi) arginina e lisina.
Bibliografia
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