|
Molecola del Mese di Aprile 2008
L'adrenalina si lega ad un recettore accoppiato
ad una proteina G e così scatena la risposta del nostro corpo detta
attacco o fuga
Introduzione
Il nostro corpo ha diverse strategie di difesa ad ogni livello.
Il sistema immunitario pattuglia ogni angolo del nostro corpo per individuare
eventuali infezioni di virus o batteri.
Il sangue possiede molecole che formano coaguli appena si apre una ferita.
Il sistema nervoso autonomo può innescare difese istintive immediate
che ci proteggono in caso di pericolo.
Una di queste difese è quella per cui, quando siamo colti da uno
spavento improvviso, sentiamo un flusso di energia percorrerci tutto il
corpo. Questa è la risposta "attacco o fuga":
il corpo mette a disposizione tutte le sue risorse per combattere o per
scappare da un pericolo.
Una cascata di risposte
Un piccolo ormone, l'adrenalina, è
il messaggero che dice alle cellule di prepararsi per affrontare un
pericolo. Viene rilasciato nel sangue dalla zona midollare delle ghiandole
surrenali che si trovano sulla sommità dei reni. Da qui diffonde
col sangue in tutto il corpo e va a legarsi con i recettori adrenergici
che si trovano sulla superficie delle cellule. Quando un recettrore
adrenergico è stimolato dall'adrenalina, trasmette il segnale
all'interno della cellula ad una proteina
G (mdm 10-2004) . Questa poi trasmette il messaggio ad un insieme
di altri enzimi di segnalazione, come l'adenilato ciclasi, che,
producendo molte molecole di adenilato ciclico cAMP, amplifica
il segnale e lo diffonde in tutta la cellula.
Scariche di adrenalina
Quando nel corpo si riversa una scarica di adrenalina,
tutta la nostra energia viene concentrata per affrontare il pericolo
che si è presentato. Alcune funzioni vengono potenziate, per
esempio aumenta il ritmo cardiaco e viene riversato più
glucosio nel sangue. Mentre altre funzioni che il nostro corpo
svolge quotidianamente, ma che al momento non sono indispensabili, come
la digestione, vengono sospese temporaneamente per consertirci
di affrontare meglio l'emergenza. Questo implica che cellule diverse
devono rispondere in modo diverso all'adrenalina. Le cellule cardiache
vengono attivate, ma le cellule del sistema digerente vengono fermate
in attesa di tempi migliori per svolgere il loro lavoro. Per coordinare
risposte così diverse, le cellule umane sintetizzano nove diversi
tipi di recettori adrenergici, ognuno capace di produrre un effetto
lievemente diverso. Quello mostrato qui sopra è il recettore
adrenergico beta 2 (file PDB 2rh1)
che stimola le cellule ad aumentare la produzione e l'utilizzo di energia.
Altri tipi di recettori adrenergici sono inibitori e rallentano il consumo
energetico. Esprimendo uno o l'altro di questi recettori sulla loro
superficie, le cellule modulano la loro risposta all'adrenalina e si
preparano per affrontare l'emergenza.
Biosintesi dell'adrenalina
L'adrenalina viene sintetizzata nelle ghiandole surrenali a partire
da un amminoacido, tirosina.
Nel primo passaggio di questa sintesi, un gruppo OH viene aggiunto all'anello
della tirosina e si ottiene L-DOPA (di-idrossi-Phenil-Alanina).
Nel secondo passaggio L-DOPA perde CO2
e forma dopamina.
Nel terzo passaggio, sulla catena di carboni della dopamina viene inserito
un gruppo OH in configurazione R per formare noradrenalina.
Infine a quest'ultima viene legato un gruppo metile CH3
sull'ammina per formare adrenalina.
. . . . . . . . . . . . .
Recettori ovunque
I recettori adrenergici fanno parte di una grande
classe di proteine simili, chiamate collettivamente recettori accoppiati
alle proteine G, spesso abbreviati GPCR. Questi recettori
hanno molti ruoli importanti per il mantenimento della salute. Secondo
alcune stime, ci sono oltre mille tipi di questi recettori nel genoma
umano, compresi centinaia di recettori per il gusto e l'olfatto.
Molti farmaci di largo consumo, come Prozac, Claritin
e Zoloft, agiscono legandosi a questi recettori, così
come molte droghe come eroina, cocaina e marijuana.
Nonostante la loro importanza, fino a poco tempo fa era nota la struttura
di uno solo di questi recettori, la rodopsina,
la proteina della visione (mdm 3-2012) mostrata qui sotto a destra.
Questi recettori, infatti, sono molto difficili da ottenere in forma
cristallina perchè la loro superficie esterna è apolare
dato che si trovano immersi nella membrana callulare. Negli anni passati
i ricercatori hanno potuto solo dedurne la struttura per confronto con
quella dell'unica struttura nota, la rodopsina. Questo approccio ha
portato comunque a risultati soddisfacenti perchè questi recettori
sono tutti molto simili. Sono composti da
una sola catena proteica che serpeggia avanti e indietro attraversando
la membrana cellulare per sette volte. Il percorso tortuoso della catena
proteica dei recettori GPCR è illustrato nelle due figure qui
sotto:
sulla sinistra è mostrato un recettore adrenergico che
contiene un legando (rosa) simile all'adrenalina (file PDB 2rh1)
,
sulla destra è mostrata la rodopsina che contiene retinale
(rosa), il suo legando naturale (file PDB 1f88).
. . . .
. . .
Esplorando la struttura
Per determinare la struttura dei recettori adrenergici
i ricercatori hanno dovuto utilizzare tecniche innovative. Poichè
il recettore è normalmente immerso nella membrana cellulare,
in superfice risulta apolare e quindi è difficile da cristallizzare
in forma pura. Il problema è stato risolto da due gruppi di ricerca
che hanno usato due differenti strategie.
Nel primo caso, mostrato qui sotto sulla sinistra (file PDB 2rh1),
la proteina è stata ingegnerizzata legandola alla catena del
lisozima. Nella nuova proteina, la catena del recettore è ancora
in grado di avvolgersi normalmente mentre la porzione del lisozima sporge
dal fondo del recettore.
Nel secondo caso, mostrato qui sotto sulla destra (file PDB 2r4r)
i ricercatori hanno utilizzato un anticorpo che si lega al recettore
formando un complesso in grado di cristallizzare.
In tutti e due i casi, la proteina ausiliaria, lisozima nel primo caso,
anticorpo nel secondo, ha permesso di realizzare le interazioni tra
le diverse unità proteiche indispensabili per ottenere un cristallo
stabile.
.
.
Bibliografia
K. M. Small, D. W. McGraw and S. B. Liggett
(2003) Pharmacology and physiology of human adrenergic receptor polymorphisms.
Annual Review of Pharmacology and Toxicology 43, 381-411.
S. Takeda, S. Kadowaki, T. Haga, H. Takaesu and S. Mitaku (2002)
Identification of G protein-coupled receptor genes from the human genome
sequence. FEBS Letters 520, 97- 101.
G. Milligan, P. Svoboda and C. M. Brown (1994) Why are there
so many adrenoreceptor subtypes? Biochemical Pharmacology 48,
1059-1071.
J. K. Aronson (2000) "Where name and image meet"--the
argument for "adrenaline." British Medical Journal
320, 506-509. (an interesting short paper about controversy with
the names "adrenaline" versus "epinephrine)
|
|
|